Trento Bondone, 2-3 luglio 2022
Trento - Bondone

Un amico ricorda Mauro Nesti, "the king"

Un vecchio proverbio molto scaltro, ma purtroppo veritiero, dice che "chi muore giace e chi vive si dà pace". Non solo, chi vive tende anche a dimenticare chi non c'è più, a meno che non si tratti di un familiare. "Don't forget me", per quello che sono stato o per le gesta compiute. Eccellenti personaggi vengono commemorati per ciò che hanno costruito nel mondo politico, dello spettacolo, dello sport, della scienza ed è giusto così.
È già trascorso un anno dalla sua prematura scomparsa e ci sembra opportuno ricordare, in accordo con la famiglia, un uomo che tanto ha dato allo sport automobilistico come Mauro Nesti, persona tenace, caparbia, precisa in maniera maniacale, a volto irascibile specialmente nella ragione, ma anche uomo di famiglia e di casa.
Mauro era unico nel campo delle corse, al quale dedicava gran parte della propria giornata, curando sia l'efficienza della propria vettura sia la forma fisica, due elementi che finivano per diventare una cosa. Il suo fascio di nervi diventava parte della macchina che guidava. In oltre 50 anni di attività ha vinto di tutto e di più, per l'esattezza 17 campionati italiani e 9 europei. Entrare nelle stanze che ancora oggi conservano i suoi allori è un'esperienza unica, ovunque si posi lo sguardo si notano coppe, targhe, onorificenze, tutte conquistate da questo piccolo uomo della montagna, nato a Bardalone, in provincia di Pistoia, il 12 agosto 1935. Segno zodiacale Leone.

Ha infiammato per decenni le platee con la propria guida mai sporca, precisa e redditizia, che infliggeva al secondo grossi distacchi. Le sue origini, legate ad una zona montana a circa 25 chilometri da Pistoia sulla strada che conduce all'Abetone, così come l'attività motoristica del padre, hanno certamente contribuito a regalargli l'innata capacità di destreggiarsi fra le curve. Raccontano i più anziani che quando saliva su una moto e sfrecciava lungo quelle strade facesse il pelo al muschio, sul muro: aveva già capito che la strada doveva essere sempre sfruttata in tutta la sua massima larghezza.
Per studiare al meglio i percorsi era solito esplorarli a piedi, per memorizzare i passaggi più delicati. Dopo il primo grosso incidente incorso all'inizio della sua carriera, si convinse che "per correre serviva la testa attaccata al collo e il collo attaccato alle spalle".

Il 1970 fu l'anno nel quale acquisì la notorietà, conquistando l'ottavo posto assoluto e il primo di classe in quella splendida gara toscana che fu il gran premio stradale del Mugello, affrontata con una Fiat Abarth con appena 1000 cc di cilindrata alla spettacolare media di 125 kmh. Arturo Merzario, vincitore dell'ultima edizione tenne una media di 134 kmh con una Fiat Abarth 2000.
Poi il tempo ha contribuito a costruire il mito, sopravvissuto fino alle ultime gare affrontate da "pensionato" con le auto storiche, dove vinceva all'età di 75 anni. Mauro Nesti "the king" ha lasciato un grande vuoto quando, salutato dal ruggito della sua Osella Pa 9 90, fuori dalla chiesetta di Bardalone, è stato acclamato per l'ultima volta da tutti quelli che lo hanno amato.
Un grazie alla figlia Alessandra, alla signora Anna e ai familiari più stretti per l'autorizzazione alla stesura di questo articolo.

Gabriele Zaccagnini

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