Trento Bondone, 2-3 luglio 2022
Trento - Bondone

Intensa giornata di prove oggi sul Bondone

Giornata di ricognizioni alla Trento Bondone. Inizia con una sfilata di vetture dell’organizzazione e degli sponsor quindi, via via, la manifestazione in salita prende consistenza con il passaggio dei primi concorrenti delle auto storiche, poi le E3 quindi le Racing Start, le Turismo ed i prototipi. È una sfilata anche questa per certi versi, affrontata con passo più rapido, ma non proprio col ritmo da gara. Nelle gare in montagna i primi due turni delle prove sono effettivamente delle ricognizioni del percorso di gara da parte dei piloti. Qui, più che da altre parti, l’attenta osservazione dei diciassette chilometri d’asfalto, dei quarantuno tornanti e delle centosettantuno pieghe richiede una meticolosa preparazione, la scalata al Bondone non perdona il minimo errore. La cronoscalata più conosciuta d’Europa è una palestra senza pari, un banco prova per auto e pneumatici.
Lo sa bene Simone Faggioli che utilizza le salite di oggi per testare le nuove soluzioni. «È una prassi normale collaudare gli pneumatici durante le prove delle gare stesse, le risultanze dai test fatti direttamente sulle salite sono veritiere mentre in pista è impossibile ricreare le stesse condizioni». Ma è la competizione con Christian Merli a richiedere questo impegno: «Ogni anno ci sono gli sviluppi con le auto e con le gomme, certo che Christian è un pilota molto competitivo e con questa nuova Osella è ancor più veloce, è una bella e appassionante lotta ad alto livello».
Dal balletto che entrambi i campioni fanno quando sfilano dagli abitacoli dei loro prototipi alla fine della prima manche, eseguendo le rituali operazioni del controllo della pressione e temperature delle gomme, si intuisce che la concentrazione è alta. Merli sembra più tranquillo rispetto Faggioli: «Diciamo che adesso “sento” bene la vettura, mi devo perfezionare l’assetto a cercar il miglior grip degli pneumatici». Anche alla domanda se pensa di farcela a superare il toscano, si schermisce e la lascia cadere nel vuoto, mai risposta avrebbe potuto essere più eloquente.
I due turni di prova concedono qualche spiraglio al trentino, che è stato autore di un dritto nei primi tornanti della seconda manche di salita, ma anche hanno detto che Diego De Gasperi è pronto per dare la zampata con la Osella PA 30: «La guido meglio di quanto potessi fare nei mesi scorsi, questa è la sesta gara che faccio ed ora riesco a comprenderne il comportamento ed ho piena visione delle dimensioni di questo fantastico prototipo, anche se nella seconda salita ho commesso un piccolo errore nella zona di Vaneze».
A mettersi in evidenza assoluta è il veronese Federico Liber, con la piccola Formula Gloria C8F di classe 1600, per nulla intimorito dall’essere nel bel mezzo di tanti prototipi e monoposto tutte ben guidate, come la Lola B99/50 Zytek col numero 5 pilotata dall’esperto Franco Cinelli, che si esalta ogni qualvolta si ritrova sul Bondone e diventa un riferimento per molti, anche per il giovane Matteo Moratelli che, sornione attende la gara per dare la stoccata, ma accusa la defaillance dei freni della monoposto di Formula 3000 simile a quella del pistoiese e non disputa la seconda salita.
Anche Fausto Bormolini regala spettacolo nell’impegno conclusivo odierno, compiendo un lungo traverso in uscita da Candrai, deliziando il pubblico rischiando per di rovinare l’estrattore posteriore della Osella PA 30.
Omar Magliona si porta avanti col lavoro, preparando al meglio la sua Osella PA 21 S, che gli permette di correre ai livelli dei migliori cronomen, pur facendo parte della CN E2. Tra le due litri, in evidenza anche Marco Capucci con una Osella PA 21 in grande progressione nella seconda salita, mentre tra le formuline è Gino Pedrotti a salire al meglio.
Ma è un Fulvio Giuliani con la Lancia Delta Evo che non perde occasione di guidare la muta della E1 Italia, di tutte le Gran Turismo dove spicca la precisione di guida di Roberto Ragazzi con la Ferrari 458 Challenge, e delle Turismo tra le quali è l’altoatesino Armin Hafner con Mitsubishi Lancer Gruppo N a salire con la decisione necessaria per segnalarsi quale riferimento “Sono contento perché sto andando anche più forte di quando correvo con la BMW, la trazione integrale di questa vettura è formidabile e mi permette di uscire molto veloce anche dalle curve più lente”. Michele Ghirardo è il riferimento tra le vetture della E1 1600 e il friulano Gianni Di Fant sta prendendo le misure della Porsche 911 Gt3 Cup ma si deve fermare in prossimità del traguardo della seconda prova con il cambio rotto.
Oggi è giornata di asfalto con poco grip e le Lancer si trovano a nozze permettendo alla trentina Gabriella Pedroni di esibirsi con i migliori passaggi delle vetture di Gruppo A, ed a Michele Buiatti di salire perfettamente. Mentre sale con circospezione Rudy Bicciato nella prima salita e non si esibisce nella seconda, mentre Lino Vardanega ha problemi con il cambio della sua vettura. Tra le Turismo preparate di classe 2000 si segnala il veneto Ivan Cenedese, ma non gli è da meno Paolo Parlato “Il Bondone con la Renault Clio è tutta un’altra cosa. Con il passo corto ed il perfetto assetto riesco a girare e andar via dalla curve con molta più velocità che rispetto la Honda che usavo nel passato”. In classe 1600 con la Citroen Saxo VTs è Michele Mancin al vertice, mentre il torinese con la Peugeot 106 Gruppo N è Giovanni Regis a guidare la classe 1600 portandosi a ridosso di Elis Fontana con al Renault Clio Rs 2000.
La seconda volta al Bondone potrebbe essere quella giusta per il bresciano Nicola Novaglio, in grande evidenza con la Mini Johnn Cooper S della Racing Start, ma rallentato nella seconda manche per un problema alla turbina. E’ Romy con la Honda l’antagonista diretto del lombardo, mentre il bergamasco Tacchini controlla con la Renault Clio.

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